Vi invito caldamente a leggere questo romanzo, pubblicato nel 2013, di cui è autore il prolifico ed inossidabile romanziere sudamericano, premio Nobel per la letteratura nel 2010.
Vargas Llosa peruviano di nascita (anno 1936) da famiglia benestante meticcio/creola, poi naturalizzato spagnolo ed insignito dal re Felipe del titolo di Marchese, ha vissuto lunghi periodi della sua vita anche a Parigi diventando pure Accademico di Francia. Pare che in gioventù soffrisse di un rapporto conflittuale con il padre (le cui tracce si ritroveranno in alcuni personaggi proprio nel romanzo che oggi vi vogliamo segnalare). Impegnato politicamente (si candidò senza successo alla presidenza del Perù) inizialmente simpatizzante comunista e di Fidel Castro e poi neo-liberista, di lui si conosce una tribolata amicizia con un altro grande scrittore latino-americano, Gabriel Garcia Marquez. Abbiamo conosciuto Vargas Llosa leggendo in lingua originale uno dei suoi romanzi più noti, Traversuras de la nina mala (Le avventure di una ragazza cattiva).
La lettura del romanzo che oggi vi proponiamo sarà, siamo certi, altrettanto godibile.
Chiariamo subito che il titolo, L’eroe discreto farebbe supporre che il romanzo sia dedicato alla vita e alle peripezie di un unico personaggio, ma fin dai primi capitoli si può capire che i personaggi, i nostri eroi, siano in realtà due, Felicito Yanaqué e Rigoberto distanti fra loro non solo per collocazione geografica (il primo abita nella citta peruviana di Piura, il secondo nella capitale Lima), ma anche per origini familiari, etniche e culturali e lavorative.
Felicito nasce da una famiglia poverissima, in cui il padre contadino abbandonato dalla moglie riesce da unico genitore a crescere il figlio e a fargli prendere un titolo di studio e la patente di autotrasportatore, ma non solo, riesce ad inculcargli quei principi di onestà e rettitudine che ispireranno il comportamento di Felicito proprio nelle disavventure che gli capiteranno.
Rigoberto nasce da una famiglia agiata, è il braccio destro nonché amico del Presidente di una grande compagnia assicurativa e già pregusta il momento che sta per arrivare per andarsene in pensione e dedicarsi alle sue passioni, la musica, le arti figurative, i viaggi. Ma anche per lui, vedovo e felicemente risposato, arriveranno ben presto inaspettatamente i guai. Anche lui come Felicito sembra un personaggio serio, positivo e sereno. Ma ecco che qui, già all’inizio del romanzo, iniziano le disavventure dei due protagonisti che vivono a distanza l’uno dall’altro, che si ignorano e che si incontreranno, intersecando le loro storie in modo rocambolesco, solo negli ultimi capitoli di questa storia.
Ma veniamo ai fatti. Felicito negli anni ha fatto faticosamente fortuna avviando una fiorente azienda di trasporti, in cui lavorano i due figli come autisti, Tiburcio che ha un aspetto meticcio/creolo e gli somiglia e Miguelito che invece non gli somiglia affatto, bianco e biondiccio (forse non è figlio suo). Felicito oltre ad una moglie mansueta e invisibile, Gertrudis, ha ovviamente una giovane amante, Mabel, che mantiene e frequenta con la discrezione propria di una persona arrivata e per bene.
Un brutto giorno, a spezzare il tran tran della vita serena di Felicito, arriva una lettera anonima, un ricatto e relativa richiesta del pizzo come del resto, altri imprenditori di Piura ricevono e si rassegnano a pagare. Ma non certo Felicito che ha dei principi inossidabili e che dopo altre lettere ed altre minacce pubblica sui giornali la sua presa di posizione incrollabile di non cedere anche, guarda caso, in contrasto con i più miti suggerimenti da parte dei figli, destinati prima o poi ad ereditare l’azienda paterna dei trasporti. La sua notorietà, dopo la sua presa di posizione resa pubblica dai giornali crescerà a dismisura.
Ma lasciamo Felicito ed agli altri pittoreschi personaggi di contorno, il sergente Lituma (corteggerà la segretaria zitella di Felicito) e l’aitante capitano Silva, per non dimenticare Adelaida la santera, una sorta di fattucchiera, sensitiva e veggente alla quale il nostro discreto eroe si rivolge a tempo debito.
Veniamo dunque a Rigoberto, l’altro nostro protagonista. Viene convocato una sera a cena dall’amico e proprietario della fiorente compagnia assicurativa della capitale, Ismael Carrera. Ismael è vedovo. Padre di due gemelli, ragazzotti viziati, nullafacenti, dediti a donne di facili costumi, alcool e cocaina, già liquidati abbondantemente, ma pur sempre in aspettativa di una cospicua eredità. Ma Ismael non ci sta. E’ vedovo di più di settant’anni, consolato ed accudito da una fedelissima giovane e piacente Armida,la sua cameriera. Ismael ha deciso di sposarla.
La cena, in un raffinato ristorante sul mare, sarà volta a chiedere a Rigoberto il favore da fargli da testimone (l’altro testimone sarà il suo autista personale Narciso, altro fedelissimo). Nonostante i saggi consigli di Rigoberto non ci sarà verso di far cambiare idea a Ismael, pur nella consapevolezza dello scandalo che susciterà il suo passo nella Lima che conta e la guerra che i figli gli faranno quando lo sapranno: cercheranno infatti di fare annullare il matrimonio adducendo una circonvenzione da parte della serva e novella sposa, per infermità mentale dell’anziano.
Non racconteremo altro della storia per non togliere il piacere che siamo certi vi verrà dalla lettura del romanzo. Anticipiamo solo che i dispiaceri, più che guai, per il povero Rigoberto deriveranno dalle minacce da parte dei gemelli di azioni legali per aver avallato alle nozze, facendo da testimone. Minacce ed azioni legali che impediranno al leale Rigoberto di accedere alla agognata pensione e al progetto di un gran tour in Europa per godere e far godere al figlio adolescente Fonchito e alla moglie Lucrecia le bellezze artistiche di Madrid, Londra, Parigi e Roma.
A partire da queste premesse le vicende dei nostri eroi si dipaneranno senza tregua fra colpi di scena, divertenti atmosfere latine ed altri personaggi di contorno, tutti stravaganti quanto empatici.